giovedì 25 ottobre 2012

Diversità (la famiglia adottiva vale meno di quella biologica?)

Avere figli fa di voi un genitore non più di quanto avere un pianoforte faccia di voi un pianista. (Michael LevineLessons at the Halfway Point, 1995)


C'è un'innegabile diversità tra l'essere genitori biologici ed essere genitori adottivi, ma la diversità NON deve essere sinonimo di minor valore come spesso traspare dai lavori di giornalisti, scrittori e sceneggiatori che spesso in buona fede (e a volte colpevolmente) sottolineano la diversità della famiglia adottiva in senso deficitario.

  • buon sangue non mente;
  • il sangue non è acqua;
  • veri genitori;
  • non è figlio loro, lo hanno adottato;
  • ecc...
La scelta di considerare il legame biologico superiore a quello adottivo deriva spesso da criteri soggettivi e arbitrari; è ovvio che la naturalità della genitorialità biologica potrebbe far pensare al suo superiore valore, ma dal punto di vista dell'efficacia è lo stesso? Sottolineiamo che l'efficacia non è un criterio arbitrario ma è misurabile.

Domandiamoci se il legame adottivo funzioni altrettanto bene di quello biologico. 


I minori adottati incontrano minori o maggiori difficoltà nell'adattamento alla famiglia, nella crescita e nella vita? 

Nella maggior parte dei casi hanno un adattamento identico ai corrispettivi figli biologici se si esclude quella piccola parte che ha avuto una storia "difficile" pregressa all'adozione e che avrebbe manifestato comunque le difficoltà anche in una famiglia biologica avendo subito delle ESI (Esperienze Sfavorevoli Infantili)

Esperienze Sfavorevoli Infantili (soggettive):
  • abusi sessuali
  • maltrattamenti psicologici
  • maltrattamenti fisici
  • grave trascuratezza
Esperienze Sfavorevoli Infantili (familiari):
  • violenza vista
  • alcool
  • tossicodipendenze
  • malattie psichiatriche
  • malattie fisiche invalidanti
  • tracolli finanziari gravi (al limite della sopravvivenza)
In presenza di ESI il percorso di adattamento familiare diventa più complesso perché la famiglia adottiva può "curare" il danno dell'abbandono (ferita primaria), ma non può farsi carico delle ferite aggiunte da tutte le esperienze negative subite dal bambino (destrutturato). Ciò inevitabilmente comporta la necessità di maggiori cure specifiche e di maggior supporto nel periodo del post-adozione.

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