martedì 29 maggio 2012

...i veri genitori (ghost parents) - parte 3

Ringrazio i quattro genitori fantasma che hanno messo al mondo i miei due figli e che mi hanno permesso di diventare genitore abbandonandoli molto presto... Nel caso i miei figli adottivi sentano l'esigenza, li aiuterò a ricostruire e ritrovare, per quanto possibile, le proprie origini. Ma...


Il legame di sangue.

Il "legame di sangue" sembra superato in un mondo moderno che, entrati nel terzo millennio, dovrebbe usare la ragione e aver assimilato i messaggi della psicanalisi dell'intero novecento, invece torna a galla dalla "pancia" della società che si scopre conformista e arretrata e ridesta le tradizioni e le credenze secolari, i luoghi comuni e i proverbi dei bisnonni, i pensieri, le abitudini popolari, le superstizioni  e (perché no?) i pregiudizi religiosi, ben sapendo che si scontrano con i valori di solidarietà e accoglienza auspicati anche dalla stessa società.

Una società arretrata con una cultura popolare becera e ignorante che considera persone diverse: i "bastardi", i "colorati", i "separati" e gli "adottati" genera grandi problemi a tutti costoro che vengono di fatto discriminati spesso nel modo più subdolo e ipocrita. Non vengono colpiti nei diritti e nell'integrazione sanciti dalle norme o nell'accettazione formale delle istituzioni, ma nella dignità della persona, nel profondo dell'intimo spesso proprio dalle stesse persone che si dichiarano accoglienti e solidali.

Un figlio vero...

Se non si ribadisce che un figlio adottato è un figlio (un figlio vero!) rimarremo sempre legati a vecchi stereotipi ottocenteschi. Non basta il riconoscimento giuridico, etico, morale e bla, bla, bla... Il fatto che sia adottato non deve essere un attributo identificativo significativo, nemmeno quando venga considerato un attributo positivo.

Solo con una piena accettazione da parte di tutto il contesto sociale, (amici, colleghi, insegnanti, educatori, compagni, gente della strada) la famiglia adottiva risulterà una famiglia normale, il figlio adottato non sarà di serie B e la ricerca delle origini sarà vissuta con curiosità e senza ansie, come una naturale ricerca delle proprie origini, delle radici culturali, sociali e affettive.

Il bastardo.

Qualche tempo fa abbiamo sentito un adulto adottato autodefinirsi figlio illegittimo ("un bastardo"). Ma in che pessimo contesto è cresciuto? che genitori adottivi scarsi e incapaci ha avuto la sfortuna di incontrare? in quale società e ambito culturale schifoso ha vissuto se ha una simile immagine di sé? chi l'ha lasciato crescere nella convinzione di non essere una persona compiuta? con simili presupposti è ovvio che, nonostante le difficoltà, persegua con grande sforzo la ricerca della madre biologica e delle proprie origini, chi non lo farebbe?

È purtroppo accertato che spesso, adolescenti di cosiddetta "buona educazione" o di "buona famiglia" additino immotivatamente il compagno adottato come "figlio di puttana" o "bastardo"; mentre con gli adottati di etnia diversa, riescano a sfogarsi attingendo a piene mani dalla peggiore retorica razzista. Autostima e ricerca delle origini non potranno che esserne profondamente coinvolte!

Necessità, desiderio o bisogno indotto?

Domandiamoci, quindi, in che misura il trauma dell'abbandono alla nascita sia un problema psicologico reale che sorge spontaneamente nell'abbandonato o quanto sia indotto dal contesto, cioè sia il frutto di una spinta esterna, sia conseguenza diretta o indiretta di un concetto drammatizzante e ansiogeno della società che sopravvaluta il ruolo del vincolo di sangue e della madre biologica.

In questo modo non vi sembra che si determini una coscienza collettiva che porti a sopravvalutare l'importanza dell'abbandono e dell'eventuale ricerca delle origini? sarà proprio vero che il ricongiungimento con la madre biologica sia sempre un atto immaginato in modo commovente e atteso da tutti i figli adottivi? 

Forse no, anzi, se solo il 15% degli adottati intraprende una seria ricerca delle origini (fonte CIAI), forse significa che questa ricerca è più una necessità del resto della società che ne continua a parlare. Forse dovremmo tutti dare meno peso al nostro passato e dovremmo concentrarci maggiormente verso presente e futuro?

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